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Scuole private - La fiscalità delle criptovalute dopo la Legge di Bilancio 2025

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Scuole private - La fiscalità delle criptovalute dopo la Legge di Bilancio 2025

Formazione e consulenza per lo sviluppo aziendale - TESEO
Pubblicato da Teseo in Formazione · Martedì 11 Mar 2025 · Tempo di lettura 3:30
in collaborazione con:


Articolo a cura di:
ALBERTO FRANCO
Docente di Teseo, ente di ricerca e formazione specializzato nel settore finanziario.


Nel corso degli ultimi anni, il trattamento fiscale delle cripto-attività (criptovalute, token, Nft e così via) è stato oggetto di diversi interventi normativi, che, da un lato, hanno definito un quadro molto più affidabile rispetto al passato, ma dall’altro hanno contribuito prima a instaurare un clima di incertezza – soprattutto negli ultimi mesi del 2024 – e successivamente, con la legge di bilancio 2025, hanno recato una  tassazione senz’altro meno favorevole rispetto a quella introdotta nei due anni prima.

Preliminarmente, occorre ricordare che, sino alla legge di bilancio per il 2023, mancava un espresso set normativo riguardante la fiscalità delle cripto-attività. Il trattamento fiscale di questi asset era contenuto per lo più in alcuni documenti di prassi dell’amministrazione finanziaria, la quale dal punto di vista fiscale sostanzialmente assimilava le criptovalute alle valute estere, e da ciò derivava il fatto che, in tale regime, le relative plusvalenze risultavano essere imponibili solo se il contribuente avesse detenuto un ammontare complessivo di criptovalute superiore a circa 51.000 euro per almeno 7 giorni lavorativi continui nel periodo d’imposta.


Questa assimilazione con le valute estere dal punto di vista fiscale presentava numerose criticità, di talché, con la legge di bilancio per il 2023, il legislatore mette finalmente mano alla questione e si introducono alcune norme che vanno a disciplinare espressamente la fiscalità delle cripto-attività.

In questo nuovo regime, si confermano espressamente gli obblighi di monitoraggio per i criptoasset prima solo indicati dall’amministrazione finanziaria e si prevede per i redditi da criptovalute, token ecc. un regime analogo a quelli già previsto per i redditi diversi di natura finanziaria, con in più una soglia di esenzione da imposta per cui le plusvalenze e gli altri proventi, in sintesi, erano soggetti a tassazione solo se complessivamente superiori a 2.000 euro annui.

La legge di bilancio per il 2023 ha, quindi, avuto l’indubbio merito di aver posto rimedio a una situazione di incertezza normativa, in cui le uniche linee guida per il contribuente erano dettate dall’amministrazione finanziaria, e – salvo alcune piccole questioni ancora aperte, del tutto fisiologiche per una normativa di recente introduzione – questa situazione si è protratta senza grossi scossoni sino all’ottobre 2024.


Tuttavia, nell’ottobre 2024, il Governo ipotizza di innalzare la tassazione dal 26% (aliquota ordinariamente prevista per dividendi, interessi e plusvalenze finanziarie) al 42%, scatenando un intenso dibattito nel mondo crypto e non solo, e un clima di incertezza che si è protratto sino all’approvazione della legge di bilancio per il 2025. Con questo provvedimento, viene infatti previsto che per il 2025 la tassazione dei proventi da cripto-attività rimane al 26%, ma con l’eliminazione della soglia di esenzione di 2.000 euro sopra rappresentata. E, a decorrere dal 2026, l’aliquota di imposta salirà dal 26% al 33%, salvo ovviamente che nel corso di quest’anno intervengano modifiche normative ad hoc.

Il regime fiscale recato dalla legge di bilancio per il 2025 è, quindi, senza dubbio peggiorativo rispetto a quello in essere nei periodi d’imposta 2023 e 2024, anche se la riapertura per il 2025 della possibilità di rivalutare fiscalmente le cripto-attività con il pagamento di un’imposta sostitutiva del 18% costituisce indubbiamente un aspetto positivo per i cripto-investitori.

La sensazione, comunque, è che nell’anno in corso il dibattito sulla tassazione dei criptoasset proseguirà, anche alla luce della recente nascita del gruppo interparlamentare “Asset Digitali, Blockchain e Bitcoin” promosso dal deputato Marcello Coppo, che già nel 2024 si era fatto promotore di un emendamento alla legge di bilancio per mitigare il prospettato inasprimento della tassazione delle cripto-attività. Non possiamo, quindi, escludere che nel corso del 2025 vi possano essere ulteriori modifiche normative, auspicabilmente in direzione favorevole per i cripto-investitori.


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