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Scuole private - I vantaggi fra diversificazione di portafoglio e rendimenti più elevati

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Scuole private - I vantaggi fra diversificazione di portafoglio e rendimenti più elevati

Formazione e consulenza per lo sviluppo aziendale - TESEO
Pubblicato da Teseo in Formazione · Giovedì 22 Mag 2025 · Tempo di lettura 3:15
Tags: diversificazione;portafoglio;rendimenti
in collaborazione con:


Articolo a cura di:
TIZIANO BELLEMO
Docente di Teseo, ente di ricerca e formazione specializzato nel settore finanziario.

Negli ultimi anni, i private markets sono diventati una componente sempre più centrale nei portafogli degli investitori istituzionali. Secondo alcuni, questa tendenza è destinata a rafforzarsi ulteriormente. Nella sua ultima lettera agli investitori, Larry Fink sottolinea come la tradizionale allocazione bilanciata azioni/obbligazioni (negli Usa rispettivamente 60/40) sia diventata sub-ottimale e suggerisce di affiancarle una terza direttrice strategica, i private market appunto, grazie ai quali l’asset allocation standard dovrebbe diventare 50/30/20. Il capo di BlackRock ritiene infatti che i Mercati Privati offrano al portafoglio opportunità di crescita rilevanti, ma siano anche fonte di maggiore efficienza.

Ma che cosa significa esattamente private market?
Con questa definizione si intendono investimenti in strumenti azionari e obbligazionari di emittenti non quotati, immobili e infrastrutture, ovvero investimenti diretti in iniziative d’impresa da realizzare senza l’intermediazione delle borse valori.

Con questo approccio è possibile ampliare l’orizzonte d’investimento rispetto ai mercati quotati, accedendo a opportunità di crescita e creazione di valore che non sono normalmente disponibili. Il private equity permette ad esempio di finanziare lo sviluppo di imprese innovative e non ancora rappresentate nei listini di borsa, mentre il private debt amplia le opportunità offerte dalle obbligazioni tradizionali, consentendo di offrire credito a imprese troppo piccole per le banche, ma con business promettenti, oppure ad aziende in fase di ristrutturazione. Le infrastrutture rappresentano un’area in forte crescita trainata dalla transizione energetica, dall’elettrificazione urbana e dallo sviluppo di sistemi per l’intelligenza artificiale. E anche il real estate beneficia della crescente urbanizzazione e della riqualificazione immobiliare.

I vantaggi dei private market
In primo luogo, questi mercati aumentano la diversificazione e la decorrelazione rispetto ai mercati pubblici. La volatilità dei rendimenti di un portafoglio esposto ai mercati privati tende infatti a essere inferiore, grazie ai diversi risk factor che incidono sulle diverse asset class. Ad esempio, il ciclo economico incide maggiormente sul private equity rispetto alle infrastrutture o al real estate, che sono trainati invece da driver strutturali di lungo periodo. Un secondo beneficio è rappresentato da rendimenti attesi più elevati: numerosi studi evidenziano che, su orizzonti ventennali, il private equity ha storicamente generato ritorni annualizzati di alcuni punti percentuali superiori alle azioni quotate. Anche il private debt, pur con una storia più recente, mostra performance superiori alle obbligazioni quotate. I fondi di infrastrutture e real estate gestiti dai principali operatori mondiali hanno prodotto IRR di lungo termine pari a 8-10% annuo.

La maggiore redditività rappresenta il cosiddetto premio per l’illiquidità, ovvero il compenso aggiuntivo che gli investitori si attendono di ricevere per la ridotta liquidità degli strumenti in portafoglio che non sono negoziabili con la facilità di quelli quotati. I fondi, strumento ideale per operare in questi mercati, hanno infatti durate pluriennali durante le quali il capitale non è riscattabile e generalmente prevedono anche l’estensione della data di rimborso per poter massimizzare l’exit e quindi generare il miglior rendimento possibile per il sottoscrittore.

In sintesi, i private market costringono l’investitore a confrontarsi con sfide non banali, come l’illiquidità, una certa opacità informativa, la complessità valutativa e la necessità di orizzonti temporali molto più estesi rispetto a quelli che caratterizzano l’investitore medio. Tuttavia, la possibilità di ottenere condizioni di rendimento e diversificazione difficilmente replicabili nei mercati pubblici fanno dell’allocazione ai mercati privati una leva che dovrebbe essere assolutamente considerata per la costruzione di portafogli più efficienti, resilienti e orientati alla crescita.


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